Corde per bondage, la materia prima dell’eros giapponese


Forse in pochi lo sanno, ma le corde per il bondage giapponese non sono corde “normali”. Sono corde pensate prima di tutto per garantire un’esperienza sicura al/alla bunny (colui/colei che viene legato) e garantire sensazioni più intense.

Le caratteristiche fondamentali

Kirigami Kinbaku

Esistono corde per il bondage economiche, adatte anche a chi si sta avvicinando a questa pratica. Per i più esperti, invece, ci sono corde anche molto costose, che consentono però di ottenere figure altrimenti impensabili. In entrambi i casi, si parla sempre di corde del tutto naturali e soprattutto robuste.

Nel bondage occidentale sono diffusissime le corde sintetiche o di cotone. Entrambi i tipi sono stati praticamente banditi dal bondage giapponese. Le corde sintetiche rischiano di procurare al bunny ustioni da sfregamento. Le corde di cotone sono sì naturali, ma formano dei nodi troppo stretti e difficili da sciogliere.

Altro fattore essenziale è la robustezza. Una buona corda per il bondage deve essere in grado di sostenere il peso morto di un corpo. Se le fibre sono troppo fragili, il rischio è che si rompa e che il bunny si faccia male.

Il trattamento

Alcune corde in fibre naturali sono troppo dure per fare un nodo. Per usarle nel bondage giapponese bisogna quindi trattarle, così da renderle più morbide e anche confortevoli.

Il trattamento standard prevede una bollitura iniziale delle corde. Passato qualche minuto, si spegne la fiamma e si lascia che si raffreddino in modo naturale. Per evitare che le fibre si gonfino, bisogna farle asciugare in tensione. Quindi si bruciano i peletti che si saranno formati nel mentre e le si cosparge con un velo di cera o di olio di canfora.

Tutto il processo dura qualche giorno ed è spesso poco agevole per un neofita.

Quali materiali usare?

Corde di canapa

La canapa è il materiale naturale più economico, ma è poco amato dagli esperti di bondage giapponese. Le corde di canapa sono pesanti e difficili da gestire in alcuni passaggi. Sono inoltre ruvide e sgradevoli contro la pelle, a meno di non trattarle.

Corde di lino

Le corde di lino sono poco usate, anche se alcuni le apprezzano per il loro tocco liscio sulla pelle. Risultano scivolose per i più, con conseguenze negative sulla qualità della legatura.

Corde per il bondage di Juta Tossa

Sono le corde per il bondage più diffuse, ottimo compromesso tra leggerezza e robustezza. Riescono a sostenere grandi pesi come la canapa, ma non sono altrettanto pesanti. Sono quindi più facili da gestire e consentono una maggiore scioltezza di movimento durante la legatura. La iuta tossa deve essere trattata prima di usarla per legare.

Corde per il bondage di Juta Asanawa giapponese

Quando si parla di corde per il bondage, si parla di iuta asanawa giapponese. Sono tra le corde più morbide utilizzabili per la pratica e non hanno bisogno di essere trattate. Hanno il difetto di essere molto più delicate rispetto alle altre corde, quindi meno adatte ai neofiti.

Le corde da 5 millimetri vanno bene per legare le persone più esili, per un fisico più robusto conviene usare quelle da 6 millimetri.

I nostri consigli

Un ottimo compromesso tra morbidezza e robustezza sono le corde del rigger Kirigami Kinbaku.

Il maestro italiano usa corde realizzate con un filato simile a quello giapponese, ma più resistente. Sono un poco più dure rispetto alle parenti nipponiche, ma comunque abbastanza morbide da non richiedere alcun trattamento.

"Corde per bondage, la materia prima dell’eros giapponese" ultima modifica: 25 Ottobre, 2019 da Redazione VivereZen

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