Lo Zen e l’arte di conoscere se stessi con il teatro


Il Seigaku, conosciuto un tempo come Seitaro Higuchi di Yonago, è un monaco e un attore.

“Recitazione e buddismo sono la stessa cosa”, afferma; il monaco ha frequentato la scuola attoriale presente all’intero dell’università di Keyo, a Tokyo, e poi tre anni di vita ascetica nel tempo di Fukui, in un tempio di una delle scuole buddiste più rigorose.

Non so a voi, ma a me la frase è risultata strana da subito, e sembrava un po strano che la vita dell’attore, per come la conosciamo, e quella del praticante Zen, fatta di preghiere su un tatami se sei fortunato e dedizione, potessero essere congiunte.

“Visto che non sappiamo cosa accadrà domani, dobbiamo fare quello che possiamo fare, oggi”, e detto da Seigaku, guadagna un senso tutto particolare; spostatosi a Berlino con la moglie grazie ad una borsa di studio offerta dalla scuola di teatro, continua il suo sogno di diventare attore vivendo secondo i dettami monastici:  non accettare soldi per le proprie azioni e insegnare le tecniche meditative agli allievi del tempio, ma poter solo accettare l’elemosina.

Pensandoci bene, ciò che rende la vita Zen non sono le meditazioni o il modo in cui ci atteggiamo o ciò che compriamo, è accettare che la vita è in ogni respiro, che ogni azione che noi compiamo ci fa diventare ciò che stiamo facendo. E non intendo le azioni in termini di bene o male, ma in termini di ciò che noi vogliamo per noi stessi, indipendentemente dai risultati esterni, una sorta di occhio imparziale su noi stessi, e di conseguenza sul mondo.

Per la cronaca, il bambino in foto è il giovane attore Bruce Lee

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"Lo Zen e l’arte di conoscere se stessi con il teatro" ultima modifica: 14 Marzo, 2016 da Redazione VivereZen