Shamisen e la musica giapponese


Lo shamisen è uno strumento a tre corde, appartenente alla famiglia dei liuti a manico lungo. Le sue origini sono da ricercare lontano dal Giappone, tuttavia divenne in pochi decenni il simbolo della musica tradizionale giapponese. Originario della Siria e dell’antico Egitto, pare che questo strumento arrivò presso il porto Sakai di Osaka tra il 1558 ed il 1569 e si diffuse poi nel resto del Giappone dove venne chiamato jabisen che significa “strumento a corde in pelle di serpente”, grazie alle navi dei mercanti cinesi (in Cina fino a quel momento era chiamato sanshin) insieme a stoffe e spezie pregiate. Il suono dello shamisen è quello che siamo abituati ad immaginarci quando pensiamo al Giappone, è il suono che accompagna gli attori del Kabuki e Bunraku, il suono legato all’arte in genere e alle geishe, tenendo presente che un tempo, in oriente, la parola geisha significava appunto “artista”, e qualsiasi donna volesse diventarlo fin da bambina venendo così istruita a diverse attività culturali: danza, conversazione e soprattutto musica.

shamisen e koto

Forse noteremo la somiglianza con Omero se pensiamo che, nelle storie narrate, i primi a suonare lo shamisen furono dei musicisti ciechi, i biwa hoshi, che cantavano brani vocali accompagnandosi con il suo suono. Furono questi cantori a trasformare lo shamisen e a differenziarlo dallo sanshin cinese: da rotondeggiante, la cassa di risonanza divenne quadrata e poiché le corde venivano pizzicate con le unghie, per ottenere un suono ottimale venne introdotto l’uso di un grosso plettro in avorio o corna di bufalo. Il corpo dello strumento, chiamato “do”, era in legno di cotogno e rivestito di carta e stoffa, mentre i lati più ampi venivano coperti di pelle di cane o di gatto. Il collo dello strumento (sao) può variare in lunghezza a seconda di chi lo usa, fino ad arrivare anche ai 60 cm di lunghezza: i più pregiati sono fabbricati con un tipo di legno di rosa molto duro, i più comuni anche in noce o gelso. Il sao termina in una struttura anch’essa in legno, dotata di tre “pioli” dove le corde di seta vengono arrotolate per essere fissate e accordate.

shamisen

E’ un tipo di strumento ad “intonazione relativa”, ossia con una grande variabilità di altezza delle note, e può essere sottoposto a diversissime tecniche per accordarlo e pizzicarne le corde; inoltre la cassa è completamente cava e può essere utilizzata anche come strumento a percussione, grazie alla copertura in pelle che emette un tipo di suono sordo e gradevole. Ciò rende lo shamisen uno strumento estremamente versatile e adattabile ai contesti più diversi. I tipi di accordatura più diffusi sono:

-honchoshi in cui tra le prime due corde vi è un intervallo di quarta giusta e tra la seconda e la terza corda un intervallo di quinta giusta,

-niagari in cui vi è un quinta giusta tra le prime due corde ed una quarta tra la seconda e la terza,

-sansagari in cui vi è una quarta giusta tra tutte e tre le corde.

E’ straordinario notare come uno strumento così tradizionale non sia rimasto legato alle musiche regionali tradizionali, ma sia rimasto simbolo di una cultura a metà tra tradizione e occidentalizzazione, tanto che artisti di fama internazionale lo utilizzano con grande maestria spesso accompagnandosi da altri strumenti per rendere la loro musica più appetibile e apprezzabile alle orecchie degli occidentali.

 

Tratto da www.outsidersmusica.it

"Shamisen e la musica giapponese" ultima modifica: 22 Ottobre, 2015 da Redazione VivereZen