Anche i vestiti inquinano: ecco perché preferire le fibre naturali


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Vestirsi è moda ma anche una necessità. Tra tutti i vestiti e i tessuti esistenti si possono scegliere capi di abbigliamento eco-compatibili che non  inquinano.

Per chi non lo sapesse i nostri abiti contribuiscono ad inquinare mari e oceani, se sono realizzati con fibre sintetiche ricavate dalla plastica. Le microfibre in plastica potrebbero rappresentare uno dei maggiori contributi all’aumento dell’inquinamento marino. Le microplastiche sono subdoli microgranuli presenti nei prodotti per la cura della persona, come scrub e dentifrici, ma anche frammenti di fibre sintetiche, che risultano troppo piccoli per essere filtrati e trattenuti in modo efficace dai depuratori e dalla lavatrice.

L’ecologista Mark Browne ha studiato le microplastiche nelle coste di 18 siti internaizionali e ha rilevato che nell’85% dei materiali sintetici accumulati erano presenti delle microfibre. Dallo studio di Browne pare che un singolo capo d’abbigliamento sintetico possa liberare circa 1900 microfibre ogni volta che viene lavato. Se si moltiplica questa cifra per il numero di capi sintetici che vengono lavati ogni giorno nel mondo, si può capire la grande quantità di microfibre di plastica che raggiungono i corsi d’acqua ogni anno. Secondo l’esperto, la prima soluzione al problema dovrebbe arrivare innanzitutto dalle aziende, che dovrebbero progettare tessuti sintetici che non liberino frammenti di fibre durante il lavaggio così facilmente.

La seconda parte della soluzione è rappresentata dalla realizzazione di migliori sistemi di filtraggio sia per le lavatrici domestiche che per i depuratori municipali. A suo parere, le particelle di fibre sintetiche possono contaminare non soltanto l’acqua, ma anche l’aria e il cibo. Oppure potremmo raggirare il disinteresse diffuso compiendo scelte etiche, ecologiche e salutari. Per quanto riguarda i tessuti basta rivolgersi a prodotti in fibre naturali dei quali sia ben chiara la provenienza e la lavorazione.

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Il cotone deve essere certificato organico, cioè durante tutta la sua produzione deve aver subito solo lavorazioni meccaniche, senza alcun processo chimico. Ma esistono anche diverse altre fibre naturali e salutari, come la fibra di bamboo, la nuova fibra naturale considerata eco-friendly in quanto nella sua produzione non vengono impiegati additivi chimici, non inquina l’ambiente e il tessuto che ne deriva è al 100% biodegradabile. Oppure la canapa, la cui coltivazione richiede pochi pesticidi e fertilizzanti e dà luogo a una fibra molto robusta e duratura. E perché non provare la fibra di amido? È completamente naturale, si trova soprattutto nei cosmetici bio, altamente tecnologica, che riprende alcuni caratteri positivi dei sintetici, come la rapida eliminazione del sudore, mantenendo l’alta traspirabilità dei tessuti naturali (al contrario dei sintetici). L’amido, inoltre, non si surriscalda, attenua i cattivi odori ed è un batteriostatico naturale. Esternamente invece vengono utilizzate altre fibre, come il bamboo, il legno o ancora la fibra di alghe. Tutte novità da sperimentare e da scoprire, per tutelare la nostra salute e quella dell’ambiente.

Vivere in modo ecologico passa attraverso scelte consapevoli che hanno come obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale dell’uomo sull’ambiente in favore di un modello ecocompatibile, che va dall’alimentazione biologica, ai piccoli gesti quotidiani che rendono più sostenibili i nostri consumi.

 

Tratto da www.greenme.it

"Anche i vestiti inquinano: ecco perché preferire le fibre naturali" ultima modifica: 18 Novembre, 2015 da Redazione VivereZen