Curiosità sul Natale in Giappone (Parte 2)
|Se non hai letto la prima parte dell’articolo la trovi qui.
Tornando a noi, qual è il dolce più comune per natale in Giappone? Si tratta della…
Torta alla fragola
La Kurisumasu Ke-ki (Christmas Cake) è una torta di pan di spagna, panna montata e fragole. La ricetta è molto semplice, il dolce viene poi arricchito dalle decorazioni: fragoloni e babbi natale, in primo luogo, ma anche alberelli, tralci di agrifoglio e pupazzi di neve.
Questa torta non è esclusiva del periodo natalizio, ma è molto richiesta anche per i compleanni: molti giapponesi sono dunque convinti che sia la torta di compleanno di Gesù e a volte la decorano con delle candeline. Storicamente sembra che la popolarità della torta di fragole in Giappone sia da collocarsi subito dopo la seconda guerra mondiale. I dolci erano visti come una rappresentazione del benessere americano e ingredienti come burro, latte e uova venivano considerati un vero e proprio lusso, per non parlare poi della cioccolata, che i soldati degli USA spesso davano ai piccoli giapponesi. Con la ripresa economica, la torta alla fragola diventò un simbolo della rinascita dell’Isola Nipponica. Bianco e rosso sono di buon augurio, e non a caso sono anche i colori della bandiera giapponese. La forma rotonda che caratterizza le Kurisumasu Ke-ki, infine è un segno d’armonia.
Data l’altissima richiesta di questa torta, negozi e pasticcerie ne preparano tantissime, ed è uso mettere in sconto quelle avanzate il 26 dicembre. Come già detto, la maggior parte delle decorazioni natalizie vengono eliminate il 26 per far posto a quelle di capodanno, e la Kurisumasu Ke-ki subisce la stessa sorte. Questo termine, viene adoperato anche per indicare le donne che hanno superato i 25 anni, e che non sono ancora riuscite a sposarsi.
Sei Naru Yoru
La notte della Vigilia viene chiamata in giapponese Sei Naru Yoru. A seconda dei caratteri adoperati per scriverla, questa espressione può assumere il significato di notte sacra o notte del sesso. Sul perché in Giappone il 24 dicembre sia diventato una specie di secondo San Valentino, non c’è una spiegazione univoca. C’è chi ricollega il tutto a una Hit uscita nel 1982, My Lover is Santa Claus e chi sostiene che questa sia un’evoluzione più che naturale del Natale, come tempo d’amore e felicità. Personalmente tale declinazione della sera del Natale mi piace parecchio, considerato che originariamente tutte le festività legate al solstizio d’Inverno erano in qualche modo collegate a rituali di fertilità: consapevolmente o meno, i giapponesi si sono riavvicinati a questo particolare aspetto della festa.
Le coppie, quando non lavorano, sono solite passare il giorno della Vigilia insieme, dedicandosi allo shopping e ammirando le luci natalizie. Una meta particolarmente ambita è la Tokyo Tower: le coppie si dichiarano amore eterno sotto le sue luci, e legano un nastro all’albero di natale che si trova sul ponte di osservazione, e che porta il romantico nome di “albero dell’amore”.
Se sei single il 24 dicembre, potresti preferire non farti vedere in giro. Per i più ottimisti ci sono Bar e locali dove le persone prive di un partner possono trovare un compagno/a dell’ultimo minuto.
Le coppiette intanto finiscono la serata con una cena al ristorante, e magari anche una nottata in un’elegante camera d’albergo.
I regali
I regali assolutamente da fare sono quelli alla tua anima gemella e ai bambini di casa. Per amici e familiari invece il momento topico per i regali è la festa del Capodanno. Non è impossibile tuttavia ricevere per Natale quello che viene chiamato un Oseibo. Gli Oseibo rimandano direttamente alle offerte che venivano portate sulla tomba dei defunti. Si tratta di regali di poco costo, e in genere si tratta di alimenti come saké, dolcetti, del tè o altri prodotti utili per la casa, come ad esempio del sapone. E’ d’uso lasciare indicato il prezzo, proprio per dissuadere il destinatario dal ricambiare il pensiero.
Gli Oseibo vengono regalati durante tutto il periodo invernale, anche se si tratta di una tradizione un po’ in declino, probabilmente anche perché dal significato originario di ringraziamento si è passato a quello di una formalità fastidiosa. A un dolce per Natale comunque non si dice mai di no, e che sia un Oseibo o un regalo natalizio, alla fine non è importante. Come diciamo qui in occidente, quello che conta è il pensiero!
Il Natale in Giappone è anche…
Mercatini attorno ai templi, che restano sino a capodanno, con le bancarelle cariche delle ghiottonerie tipiche, che possono essere dolci, mele caramellate e cioccolata calda, o anche piatti salati, come la zuppa di trippa o le seppie grigliate.
Amazake: una bevanda paragonabile al nostro vin brulè. Si tratta di sakè giovane, che non viene filtrato, e rimane quindi lattiginoso e denso, con residui di riso in sospensione. Va bevuto caldo. Non è alcolico, ma al sapore lo potrebbe sembrare. Se doveste aver modo di provare l’amazake fate attenzione, perché si tratta di un prodotto da tenere in frigo e consumare in poche settimane, altrimenti c’è il rischio che vada a male. Normalmente l’amazake non è pastorizzato e questo contribuisce a renderlo così deperibile. Di recente vengono prodotte delle versioni pastorizzate che possono durare qualche mese fuori dal frigorifero, ma il consiglio comunque è di berlo finché è giovane.
Yuzu: un agrume, simile al limone, che matura in Giappone nel periodo tra Novembre e Gennaio. Durante il periodo natalizio potrai trovarli letteralmente ovunque, dai KitKat al tè allo yuzu. Un’usanza tipica è quella di mettere alcune bucce in una borsa e utilizzarle per fare un bagno caldo. Questo permette, secondo la tradizione, di purificare il corpo, e prevenire le malattie.
Decorazioni d’ogni tipo. Ma non pensate solo a quelle classiche. Non possono mancare Pikachu o Hello Kitty o il vostro personaggio manga preferito in versione natalizia.
La parata di Natale a Tokyo Disney. Che nel 2020 si ripromette particolarmente ricca, considerato che questo sarà l’anno del “topo”.
La tredicesima. Secondo i dati statistici, tra Natale, Capodanno, e saldi di Gennaio, un giapponese dovrebbe spendere mediamente in questo periodo un terzo di quanto non faccia nell’arco di un anno intero.
Musica. A farla da padrone sono i pezzi più commerciali, come Last Christmas oppure All I want for Christmas is You. D’altronde l’avevamo detto che era una festa per coppiette, no?
La Nona Sinfonia di Beethoven e in particolare la parte finale, l’Ode alla Gioia, in Giappone è talmente nota da essere conosciuta come Daiku (nove). Viene cantata in tedesco, perché i primi a portarlo, sembra, furono i prigionieri tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale. Ad Osaka c’è un coro di 10.000 persone che ha proprio il nome di Number Nine Chorus.
I biglietti d’auguri. I giapponesi adorano scambiarsi biglietti d’auguri e tra i più caratteristici troviamo quelli che si trasformano in pop up tridimensionali. Oltre ai tipici temi natalizi, renne, babbi natale, alberi coperti di neve, troveremo anche gli edifici o i paesaggi più famosi del Giappone, come il Monte Fuji.