L’inganno dei prodotti bio


Nel nostro paese la spesa per il “bio” l’anno scorso è aumentata del 7,3%, mentre oggi il 75 % degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese. Un segmento di mercato che continua a crescere costantemente, sia in termini di consumi che di fatturato. Tante volte, purtroppo, dietro la dicitura “biologico” si nasconde una truffa ai danni del consumatore.

L’Europa riconosce come biologico tutto ciò che segue le regole, facoltative, del Reg. CE 834/2007 e successive modifiche: in questo regolamento si parla di piante, di mangimi e di animali, con i loro prodotti, niente sostanze minerali, niente sostanze inorganiche. Una pianta è biologica se coltivata senza concimi chimici e senza pesticidi chimici, mentre un animale è biologico se non prende antibiotici (salvo pericolo di vita), se può camminare liberamente nei campi e se non assume ormoni. E se mangia solamente mangimi biologici, quindi derivanti a loro volta da agricoltura e allevamento biologico. Quindi bio possono essere solo piante ed animali. Capita però di imbattersi in prodotti come “sale biologico” piuttosto che “acqua biologica”, che indicano come “biologico” prodotti che, semplicemente, non possono esserlo per definizione stessa di biologico. Questo, purtroppo, avviene sono entrati nel mondo del bio le grandi aziende che hanno intuito le potenzialità del mercato e giocano con un pericoloso marketing. Inoltre, ci sono anche altri prodotti che sfruttano il biologico per sottolinearne la bontà, così il consumatore pensa che ne valga la pena, in realtà il fatto che sia biologico non cambia la sostanza salutistica del prodotto, perché è indipendente dal fatto di essere biologico. Molti consumatori attribuiscono ai prodotti bio anche altre proprietà: si pensa che il biologico sia più buono degli altri alimenti, che causi meno emissioni di gas serra, o ancora che chi lavora nel biologico tratti meglio i dipendenti, o addirittura che il biologico abbia proprietà terapeutiche. Nessuno, tantomeno la legge dice queste cose.

bio

E qui nessuno ha più colpa del marketing alimentare, che ci induce a pensare proprio queste cose per acquistarlo. Altroconsumo definisce il biologico  un bluff destinato a incrementare il giro di affari del settore si può subito comprendere anche dalla legge che consente che un prodotto sia definito biologico anche considerando solo il 95% degli ingredienti. Ovvio che il restante 5% (che è tantissimo) possa contenere schifezze di ogni tipo (per esempio grassi vegetali idrogenati e non solo nel caso di prodotti lavorati, come quelli da forno). Pensiamo all’olio di palma biologico. Si tratta di una sostanza grassa ricava da una pianta, per cui in teoria rientra nel bio. Niente concimi, niente pesticidi. Tuttavia crea enormi problemi. Il primo è il disboscamento per piantare le palme, il secondo è il processo di idrolisi, processo industriale, che rende pericoloso il prodotto per le nostre arterie. Da questo punto di vista l’olio di palma bio non ha a che fare con concimi e pesticidi, eppure fa danni alla salute e all’ambiente, indipendentemente dal fatto che sia bio o non bio. Bisogna anche stare attenti ai falsi “bio”.

La guardia di finanza di Pesaro e l’ispettorato repressione frodi di Roma hanno sequestrato 1.500 tonnellate di mais ucraino, falsamente certificato come proveniente da agricoltura biologica, nonché 30 tonnellate di soia indiana contenente prodotti chimici vietati. Altro che salutare: in un caso si sospetta gli alimenti che contenessero addirittura pesticidi. Un’indagine condotta per diversi mesi e di cui questo sequestro potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Le Fiamme Gialle infatti stanno ancora cercando di capire se in passato sia già accaduto e in quanti paesi gli alimenti siano arrivati. E non è un caso isolato. “Parte del problema – spiega Enzo Mastrobuoni della Confederazione italiana agricoltori – è nel sistema organizzativo dei controlli. Gli enti privati che svolgono questa funzione vengono formalmente accreditati quando sono in grado di produrre la documentazione necessaria. Ma ci sarebbe bisogno di maggiori verifiche successive. Stiamo assistendo a un’eccessiva moltiplicazione di questi organismi. E non solo nel campo biologico. Una tendenza che ovviamente nuoce alla trasparenza e al controllo”.

In sostanza il mondo dei prodotti biologici nasce da una bellissima idea di amore per l’ambiente, ma è anche un settore dove ci sono ottime prospettive di guadagnò, perciò il consumatore deve sapersi muovere e informare per evitare inganni.

 

Tratto da www.tuttogreen.it

"L’inganno dei prodotti bio" ultima modifica: 25 Settembre, 2015 da Redazione VivereZen