Le festività giapponesi legate alla natura
|Il Giappone ha un legame particolare con la natura.”Dalla compenetrazione dello scintoismo e del buddhismo nella sua formulazione zen nasce la particolare visione del mondo che è alla base dell’estetica giapponese in tutte le sue espressioni. La realtà si coglie senza mediazioni intellettuali nella pienezza del momento, è esperienza del qui e ora, per vivere la quale condizione primaria è svuotarsi di preconcetti e sovrastrutture ideologiche. Una coppa vuota può contenere l’universo, quella piena deve potersi svuotare per ricevere. La mente diventa uno specchio perfettamente pulito, senza segni o polveri che intralcino il rispecchiarsi delle immagini.
Bashō insegna ai propri discepoli che la via per aderire completamente alla realtà consiste nel lasciarsi permeare dalla natura, fino ad essere tutt’uno con essa: “Impara dai pini. Impara dai bambù”. In questo modo si può cogliere in ogni aspetto naturale l’unicità del divino e, secondo lo spirito buddhista, godere nell’illuminazione dell’ineffabilità del reale mai totalmente rivelato. Nella natura risiede immortalità dell’istante. “Quando il tempo s’arresta e fermi come alberi o pietre dentro il cosmo si avverte il ritmo delle sfere, lo scorrere infinito e lento delle stagioni”. Il tempo non si misura con l’anno solare ma con la perfezione dell’essere: non passato non futuro, nel fluire del tempo ogni attimo ha valore, non esiste che il sospiro dell’attimo, il canto della cicala, lo splendore dei susini, i convolvoli nella brina. Il profumo del vento…” (LA SENSIBILITÀ GIAPPONESE PER LA NATURA E LE STAGIONI di Fabia Binci). Questo legame si rende manifesto nelle festività del paese, in quelle nazionali, come il Midori no Hi e l’Umi no Hi, e in quelle non nazionali, come l’Hanami.
Il Midori no Hi, o giornata della natura, è una festa giapponese che dal 1989 al 2006 veniva celebrata il 29 Aprile, ma a partire dal 2007 venne spostata al 4 Maggio. Questa festa celebra la natura ma è anche legata alle tradizioni e alla storia. Il legame con la natura è testimoniato dal termine “midori” che significa verde. Il Midori no Hi nasce nel 1989, alla morte dell’imperatore del periodo Showa, Hirohito, egli amava molto l’ambiente e la natura perciò la festa che celebrava il suo compleanno, il 29 Aprile, venne dedicata alla natura e prese il nome di Midori no Hi. Nel 2005 si decise di dedicare il 29 Aprile unicamente a Hirohito e al periodo Showa, istituendo lo Showa no Hi, e, dal 2007, il Midori no Hi fu spostato al 4 Maggio. Ogni anno durante il Midori no Hi molti volontari si mobilitano per piantare nuovi alberi, favorendo uno sviluppo sostenibile, in uno stato con una fortissima densità nelle metropoli in cui è forte il bisogno di aree verdi. Questa festa ha lo scopo di aumentare l’amore per la natura da parte della popolazione giapponese. Umi No Hi, meglio conosciuta come Giorno del Mare/Oceano, è una ricorrenza molto importante in Giappone, festeggiata tradizionalmente il terzo lunedì del mese di luglio. Essendo festa nazionale e giorno di vacanza per tutti, molti giapponesi ne approfittano per godersi una giornata di sole e di relax recandosi in spiaggia, per onorare il mare e l’acqua. La festa esisteva già dal 1941, ma divenne festa nazionale solo nel 1996, quando si stabilì, che il 20 luglio sarebbe stata la giornata del mare, in seguito, nel 2003, la festa venne spostata al primo lunedì di luglio.
Il Ministro delle Comunicazioni giapponesi Shozo Murata stabilì che fosse considerata festa nazionale nel 1942, come giorno dedicato alla commemorazione dell’imperatore Meiji e del suo viaggio compiuto nel 1876 con la sua nave Meiji Maru, costruita in Inghilterra nel 1874. Umi no Hi fu poi istituita come festa nazionale nel 1995 non solo per ricordare e commemorare quel viaggio ma anche come segno di gratitudine per il mare e l’acqua e per tutti i benefici che porta; in questo giorno si prega affinché il mare (e quindi l’acqua) possa portare sempre abbondanza, prosperità e benessere al Giappone. In questo giorno molti acquari e alcune piscine nei pressi di Tokyo organizzano eventi particolari, soprattutto per far divertire i bambini.Non riconosciuta come festa nazionale è l’ Hanami, ma è forse la festa giapponese più conosciuta nel mondo, non solo per lo splendido spettacolo che la natura offre, ma anche perché è la festa più citata in anime e manga. La parola hanami letteramente significa “ammirare i fiori” difatti durante questa festa i giapponesi ammirano gli alberi in fiore e in particolare i ciliegi.
L’Hanami consiste in una festa all’aperto sotto gli alberi di ciliegio che dura una o due settimane. Da metà gennaio ad inizio di maggio i Sakura fioriscono in tutto il Giappone e ad aprile in piena fioritura comincia questo magnifico evento. E’ talmente bello vedere la loro fioritura che lo sbocciare delle loro prime gemme viene prevista dall’Agenzia Meteorologica Giapponese che studia il clima e la nascita dei primi boccioli permettendo così di determinare la data esatta della fioritura. In questo modo chiunque può prepararsi per tempo per l’occasione progettando serate all’aperto o pic nic la mattina in parchi come l’Ueno Park. Secondo la leggenda nel VII secolo a.C. un sacerdote, chiamato En-noOzuno, piantò i primi alberi di ciliegio giapponesi e lanciò una maledizione contro chiunque avesse osato abbatterli, al di là della leggenda i ciliegi giapponesi vengono ammirati da più di un millenio. L’hanami è un evento nato molti secoli fa. Si racconta che questa usanza abbia trovato le sue origini durante il periodo Nara (710-794), quando la Dinastia Cinese Tang influenzò il Giappone in molti modi differenti portando nel Sol Levante molte tradizioni e costumi. Una di queste tradizioni era proprio quella di godere della bellezza dei fiori in primavera. Sebbene i fiori inizialmente celebrati fossero quelli di prugno (ume うめ), i sakura diventarono molto presto i fiori prediletti da questa occasione proprio perchè la loro bellezza attirava di più l’attenzione della gente. I sakura finirono così, nel periodo Heian, per diventare i fiori più celebrati durante il periodo dell’Hanami. Fu l’imperatore Saga a voler adottare questa pratica cominciando a tenere feste e balli sotto gli alberi di ciliegio piantati nel giardino del palazzo della Corte Imperiale a Kyoto. A quell’epoca, l’hanami era un evento riservato solo a persone di alto lignaggio, nobili, samurai che frequentavano la corte e poeti che scrivevano versi che lodavano il fascino e la meraviglia di tale bellezza. Poi con l’arrivo del periodo Edo questa ricorrenza venne aperta anche a tutti gli altri che poterono così festeggiare tale usanza bevendo sakè e mangiando sotto una pioggia di petali rosa.
Per la festa per l’hanami si prepara un tipo particolare di dango, polpette di riso servite col tè verde che si mangiano durante tutto l’anno, detto “hanami-dango”, costituito da tre polpette di colori che richiamano la primavera: rosa, bianco e verde. L’hanami è una ricorrenza dedicata alla celebrazione della bellezza della natura ma non solo: la fioritura dei ciliegi infatti era il periodo legato al raccolto del riso. Anticamente le persone usavano gli alberi di ciliegio come mezzo per predire la qualità del raccolto di quell’anno e, credendo che i kami risiedessero in quelle piante così belle, portavano ai piedi dell’albero di ciliegio anche delle offerte di ogni genere e pregavano le divinità di concedere loro buona sorte. Oggi i giapponesi continuano ancora la tradizione dell’hanami anche perchè questo periodo coincide con l’inizio dell’anno scolastico giapponese. “Il rapporto con le stagioni riguarda ogni aspetto della cultura e dell’arte: la calligrafia, la poesia, il teatro, la pittura, la grafica, l’architettura, la scultura, l’estetica dei giardini, la cerimonia del the, le arti marziali, la musica che include il paesaggio sonoro, perfino la preparazione dei cibi. L’uomo deve rimanere nella natura, perché lui stesso è natura. Nel giardino si porta tutta la natura, sabbia, rocce, acqua vegetazione; la porta in casa con i bonsai, i piccoli alberi che in dimensioni minime esprimono tutta l’energia racchiusa in una pianta grande. E con l’ikebana, che ha rami e fiori disposti quasi sempre a formare un triangolo: il ramo più lungo, più importante, si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l’uomo. Ne studia le forme nelle fragili forme degli origami, alla cui base vi sono i principi del ciclo vitale.”
Tratto da www.sakuamagazine.com