E il Giappone in cucina?


Lo sapevate che…

1- Nei monasteri zen aglio, cipolla, erba cipollina, porro e scalogno non sono ammessi per i monaci perché il loro sapore forte potrebbe risvegliare desideri troppo umani?

2 – Le posate in metallo sono considerate dalla tradizione simbolo di violenza: inforcare il cibo, tagliarlo, non sono una cosa ammessa, ecco allora l’uso a tavola delle bacchette?

3 – In Giappone la disposizione del cibo nei piatti e’ molto importante, anche in famiglia e non solo nelle occasioni formali. Una regola dice, per esempio, di evitare di servire pezzi di cibo in numero pari, soprattutto 4, perché in lingua la parola “shi” che significa anche “4” con un altro ideogramma può significare “morte”?

4 – “Umami” in Giapponese e’ una parola che può essere tradotta con “gustosa bontà”, questa e’ una delle caratteristiche principali che deve avere il piatto. Spesso però l’”umami” si ottiene con l’aggiunta un po’ troppo leggera di glutammato di sodio?

onigiri

5 – Il glutammato mono-sodico e’ un esaltatore di sapidità: si ottiene attraverso la fermentazione batterica della melassa di barbabietola e la troviamo sotto forma di una polvere bianca simile al sale.
Viene utilizzato spesso nella cucina giapponese e cinese, ma tutto dipende anche da che attenzione alla qualità e al sapore ha chi vi sta servendo il cibo?

6 – L’alga nori e’ molto utilizzata dai giapponesi, sia intera che sbriciolata e sempre tostata: per tostarla è importante appoggiarla alla piastra sulla parte lucida dell’alga?

7 – Diversamente dalla nostra etichetta a tavola, in Giappone fare rumori mentre si mangia è segno di apprezzamento per il cibo.
Minestre, spaghetti e tè vengono sorbiti con grande “frastuono” anche nei locali pubblici?

8 – Il 4 Agosto di ogni anno nel tempio Hie a Tokyo si festeggia la cerimonia funebre dei bastoncini da pasto, le bacchette per capirci. Si tratta di un omaggio ad oggetti che hanno reso un lungo servizio: vengono ammucchiati e poi bruciati con accompagnamento di preghiere e canti?

9 – Davanti ai negozi, ai ristoranti o ai bar Giapponesi è possibile trovare due mucchietti di sale ai lati della porta d’ingresso: si tratta di un riferimento scaramantico all’usanza antica di mettere sale affinché i buoi che portavano i carri, si fermassero a leccare il sale, inducendo chi viaggiava a fermarsi e mangiare in quel locale?

10 – Il gesto, ormai considerato di cattivo gusto, di masticare uno stuzzicadenti, deriva dall’usanza dei samurai di mostrare (anche se a pancia vuota) di aver appena terminato un lauto pasto?

Graziana Canova Tura fa notare queste 10 curiosità prettamente giapponesi nel suo libro Il Giappone in cucina.

E al ristorante sapevate che…

In Giappone, prima di mangiare, viene spesso offerta una salviettina calda, chiamata oshibori, da usare solo per le mani, evitando di passarla su volto e collo e, ovviamente, da non usare per soffiarsi il naso? Sempre in Giappone c’è un preciso rituale legato ai chopsticks, le tradizionali bacchette: vanno utilizzate per mangiare fino all’ultimo chicco di riso e solo per il sushi è consentito l’uso delle mani (mentre per la zuppa, è possibile bere il brodo direttamente dalla ciotola, ma solo dopo aver “pescato” con i bastoncini tutte le parti di cibo solido). Alla fine vanno riposte nella loro confezione: in questo modo il cameriere capirà che il pasto è concluso. Il the verde (tiepido) è sempre gratis e viene servito subito, prima di ordinare.
In alternativa si può chiedere un bicchiere d’acqua ma è sempre piena di cubetti di ghiaccio anche se è inverno e fuori c’è il gelo.

Alla fine chi paga il conto?

E’ normale in Giappone che qualcuno si proponga di pagare per tutti e nessuno starebbe a sindacare sulla quantità di portate: in Giappone chi invita paga!

Tratto da www.vegolosi.it

"E il Giappone in cucina?" ultima modifica: 24 Luglio, 2015 da Admin