Le tappe artistiche di Hiroshige.
|Come il maestro Hokusai, Utagawa Hiroshige (1797-1858), pseudonimo artistico di Ando Tokutaro, fu un pittore ed incisore giapponese del periodo Edo (1603-1868),nome dell’odierna Tokio, nonché uno di maggiori rappresentanti dello stile Ukiyo-e.
Attraverso l’arte Ukiyo-e, ovvero stampe artistiche impresse con matrici in legno, Hirosige vive quella trasformazione artistica che rese l’arte, in Giappone, fruibile a tutti, sia da un punto di vista economico che concettuale.
Gli Ukiyo-e erano caratterizzati da rappresentazioni di scene spontanee della vita quotidiana e da un certo fervore per la natura e il paesaggio.
Hiroshige si avvicinò all’arte Ukiyo-e nel 1811 quando entrò a far parte della scuola di Utagawa Toyohiro e, fu dall’anno successivo che, cominciò a firmare le proprie opere con il nome di Utagawa Hirosige, in onore del maestro.
Durante quella che potremmo definire la sua prima tappa artistica, dal 1811 al 1830, imitò il lavoro dei grandi maestri realizzando essenzialmente immagini di persone come fanciulle, samurai, guerrieri.
La seconda tappa artistica, dal 1830 al 1844, fu per Hiroshige la più brillante, quella che potremmo definire paesaggistica, nella quale elaborò la sua personale poetica del paesaggio. Nei suoi dipinti uccelli e fiori trovano ampio spazio così come molte vedute del paesaggio giapponese: “Il giardino di Kamata”, “il giardino di Komeido”; sono spesso presenti il mare e i fiumi come nel caso de “Il tempio di Mukoboji” o ne “Il mare di Satta”.
In questa fase, il merito maggiore di Hiroshige fu quello di trasformare il paesaggio quotidiano in scena lirica di grande interiorità, cosa che gli propiziò maggior fortuna rispetto al suo contemporaneo Hokusai.
La sua opera fu meno innovativa rispetto a quella di Hokusai ma, a differenza di quest’ultimo, seppe captare in modo sottile, poetico e facilmente comprensibile l’essenza del paesaggio giapponese, il modo in cui veniva percepito dalla gente, riuscendo a scorgere anche i dettagli dei luoghi nelle diverse ore del giorno, cogliendo le trasparenze e le atmosfere dei luoghi nelle diverse stagioni. La neve, la nebbia, la pioggia e le scene di chiaro di luna sono parte di alcune delle sue opere maggiormente liriche.
La terza ed ultima tappa artistica, dal 1844 al 1854, fu caratterizzata dalla graduale introduzione, nei paesaggi, della figura umana; fu una tappa in cui Hiroshige divenne un artista sommamente popolare e molto prolifico, forse a discapito della qualità dei suoi lavori.
Così come per Hokusai, anche l’opera di Hiroshige fu da ispirazione per gli artisti dei secoli successivi.
Durante l’epoca Edo, il Giappone si chiuse al mondo esterno. Durante questo lungo lasso di tempo, la classe borghese fomentò l’arte, specialmente nella forma dell’Ukiyo-e.
Una serie di avvenimenti, tra il 1853 al 1867, portarono alla fine dello Shogunato Tokugawa e alla conseguente apertura del Giappone all’occidente. E fu proprio grazie a quest’apertura del Giappone agli scambi commerciali con l’occidente che il mondo, tramite l’opera di Hiroshige, scoprì l’originalità dell’arte grafica giapponese che sarà successivamente fonte d’ispirazione per i pittori impressionisti prima e per gli artisti dell’art nouveau poi.