L’elicicoltura italiana è al 100% naturale


Secondo rilevazioni Coldiretti, un italiano su due apprezza le lumache, il cui consumo, dal punto di vista nutrizionale, è particolarmente indicato per chi deve seguire un’alimentazione priva di grassi, in quanto oltre a contenerne pochissimi, contribuisce ad eliminare il colesterolo dall’organismo. In Italia nel 2010, nonostante la crisi economica, sono state consumate 38.000 tonnellate di lumache, con un aumento sull’anno precedente del 2% circa.  Inoltre dalle lumache si estrae la bava che viene usata per scopi farmaceutici e cosmetici. La bava di lumaca, infatti, contiene antibiotici naturali, collagene, acido glicolico e altre sostanze nutrienti, rigeneranti e cicatrizzanti; aiuta contro rughe, smagliature, segni dell’acne e macchie.

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L’utilizzo delle lumache – in realtà delle chiocciole –  si perde nella notte dei tempi. Le sue proprietà benefiche e curative sono, infatti, note sin dall’antichità. Ad Alessandria d’Egitto, come racconta il medico greco Galeno (Pergamo, 129 – Roma, 216) nelle sue opere, era pratica comune nutrirsi di lumache per rinforzarsi dopo un periodo di malattia. I greci, invece, consumavano lumache per sciogliere il catarro e facilitarne l’eliminazione.  Ma è nel XIX secolo, in Francia, che i preparati mucillaginosi a base di lumaca cominciano ad essere studiati in modo approfondito. Negli anni ’50 del secolo scorso, il professore A. Quevauviller ed i suoi collaboratori fecero una revisione sistematica della preparazione, della composizione e delle proprietà terapeutiche e farmacodinamiche della bava di lumaca sulla base delle ricerche cliniche dell’epoca che ne avevano evidenziato le virtù calmanti per la tosse, la pertosse e la bronchite cronica. (Quevauviller A, Mainil J, Garcet S (1953): The mucus of Helix pomatia L.; preparation, composition, therapeutic and pharmacodynamic properties, biologic assay).

I principi attivi della bava di lumaca sono in grado di ricostruire l’epitelio danneggiato della laringe e dei bronchi. La bava di lumaca ha anche un’azione antibiotica naturale in grado di migliorare le difese immunitarie. La tecnica di allevamento a ciclo biologico completo delle chiocciole più diffusa in Italia, è quella chiamata “all’aperto”, su terreno libero. Questo metodo consiste nell’introdurre in appositi recinti la chiocciola, destinata ad accoppiarsi e a moltiplicarsi. La bava è ottenuta non da chiocciole dismesse, ma da quelle che nascono dall’accoppiamento e si sviluppano nel periodo dell’ingrasso. La scelta dell’allevamento all’aperto differenzia notevolmente il metodo italiano dall’impostazione adottata negli altri paesi Europei come Francia e Spagna, dove la chiocciola è mantenuta e allevata in condizioni artificiali (in serra, in contenitori o al chiuso). E’ stato dimostrato che l’allevamento delle chiocciole non può essere condotto in luoghi chiusi come, ad esempio, serre o vasconi. Questi molluschi hanno infatti bisogno di luce ed ambiente naturale; i molluschi che crescono al chiuso possiedono oltretutto carni acquose, poco compatte e di scarsa qualità. In Italia l’elicicoltura come già detto si attua esclusivamente su terreno libero e all’aperto, senza coperture e l’uso di protezioni.

L’alimentazione è esclusivamente vegetale, costituita da bietola da taglio, radicchio, colza, broccolo, topinambur, ravizzone, cavolo cavaliere, girasole, cavolfiore. Non è previsto l’utilizzo di mangimi concentrati. Questo tipo di metodologia di allevamento presenta i vantaggi di essere totalmente naturale offrendo un prodotto di qualità, gustoso e 100% naturale, privo di pesticidi ed additivi chimici con ottimi risultati in termini di gusto e corposità delle carni. Per estrarre la bava, inoltre,  ormai quasi tutte le aziende usano il metodo della stimolazione manuale: il primo passo è la raccolta delle chiocciole bordate, con più di un anno di età; segue il lavaggio con abbondante acqua potabile. Quando le chiocciole sono pulite si procede semplicemente a muoverle delicatamente con le dita dentro una tinozza per qualche minuto: questo movimento provoca la sbavatura perché e’ una difesa naturale delle lumache. Ottenuta la bava si ritirano velocemente dalla tinozza, si lavano accuratamente con acqua (perche la bava delle altre lumache le infastidisce) e si riportano nell’allevamento dove continueranno la loro vita normale. La bava è poi filtrata e microfiltrata per eliminare qualsiasi tipo d’impurità. Questo metodo è molto faticoso e dispendioso, però permette di ottenere una bava di alta qualità oltre che a risparmiare lo stress e la vita delle chiocciole. Dalla terra alla tavola o alla bava di lumaca, le aziende italiane si preoccupano che l’intero ciclo sia biologico, garantendo la qualità dei prodotti finali, 100% naturali.

 

Tratto da www.associazionenazionaleelicicoltori.info

"L’elicicoltura italiana è al 100% naturale" ultima modifica: 24 Agosto, 2015 da Redazione VivereZen