Il giornale che si ricicla. Un’altra scelta bio


Cosa si fa con il quotidiano una volta che lo si è finito di leggere? Lo si butta nella raccolta differenziata, giusto? Sbagliato: lo si butta a terra, lo si sotterra e lo si innaffia. Sempre che si tratti di The Mainichi. La testata giapponese ha infatti fatto una scelta bio e ha creato il primo quotidiano auto-riciclante al mondo. Se piantato, il quotidiano è in grado di dare vita a fiori e piante.

Mettete semi nei vostri giornali

Quotidiano auto-riciclanteThe Mainichi è verde nell’anima: le sue colonne contengono molte informazioni riguardanti la botanica e le sue pagine sono in carta riciclata. Le materie prime sono rifiuti disciolti in acqua fino a ottenere una polpa. Una volta pressata ed asciugata, questa si trasforma nelle pagine del giornale. Diversamente dai normali giornali in materiali riciclati, però, vengono aggiunti dei semi all’interno della carta e l’inchiostro è del tutto vegetale.

Ogni copia del giornale contiene centinaia di semi. Una volta esaurita la propria vita come fonte di informazione, può così cominciarne un’altra. Torna alla terra dalla quale proviene e contribuisce ad aumentare il verde cittadino. Altro vantaggio da non trascurare, è un rifiuto in meno da smaltire.

Più verde e più guadagni

The MainichiLa scelta bio del quotidiano auto-riciclante The Mainichi ha avuto ripercussioni sia sull’educazione civica dei più piccoli sia sull’economia del giornale. Diverse scuole hanno usato il quotidiano per insegnare ai propri studenti l’importanza della lettura e del rispetto della natura. Grazie all’idea, la testata ha inoltre ottenuto un buon numero di lettori in più. Si calcola che un incremento del guadagno di circa 80 milioni di Yen, corrispondenti a circa 600mila euro.

Il precedente argentino

The Mainichi ha un precedente. La prima realtà editoriale ad avere avuto un’idea del genere è stata la casa editrice argentina per bambini Pequeno Editor, nel 2015.

La casa editrice ha presentato un libro per bambini tra gli 8 e i 12 anni, fatto del tutto a mano. Il libro era prodotto con una carta atossica e stampato con inchiostro biodegradabile. Al suo interno c’erano dei semi di iacaranda, un albero ad alto fusto. Piantando il libro e innaffiandolo si dava origine a una nuova pianta, restituendo alla natura ciò che le si era tolto.

"Il giornale che si ricicla. Un’altra scelta bio" ultima modifica: 19 Giugno, 2017 da Redazione VivereZen