Utamaro e il bijin-ga.
|Pittore e incisore, Kitagawa Utamaro (1753?-Edo 1804), nome d’arte di Kitagawa Nebsuyoshi, fu uno dei maggiori esponenti della scuola Ukiyo-e.
A differenza di altri celebri artisti di questo genere, quali Hokusai e Hiroshige, Utamaro concentrò il suo estro artistico non nel paesaggio ma nell’imprimere nelle stampe la sensuale bellezza femminile.
L’arte di rappresentare belle fanciulle, gran dame o prostitute che fossero, in Giappone veniva chiamata bijin-ga. Utamaro cominciò quest’arte nel 1781 quando cambiò il suo vero nome in Utamaro, nome con cui sarà poi conosciuto a livello internazionale. Da allora cominciò a interpretare la bellezza femminile sotto diversi aspetti.
Nella fase che potremmo definire “cortigiana”, si dedicò a rappresentare dame dell’alta società intente a scrivere poesie o a suonare strumenti musicali.
A partire dal 1790 si focalizzò ancora di più sulla figura femminile, rappresentando scene più informali in cui si vedeva la donna nell’atto di pettinarsi o di vestirsi. In questo stesso periodo realizzò stampe in cui la donna veniva vista come madre, aspetto assai inusuale per l’epoca.
In tutta la sua opera, in cui si esplorano varie sfumature della bellezza femminile, vi è tuttavia un filo conduttore: la passione per la delicatezza femminile. Utamaro regala la sensualità e soprattutto l’eleganza del corpo femminile.
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La sua opera si distingue grazie all’eleganza dei suoi disegni, nell’innegabile enfasi della rappresentazione dei Kimono, e la delicatezza con cui rappresenta personaggi ed espressioni. Un chiaro esempio ne è “Donna al bagno aiutata da servitrice”.
Nei suoi disegni di cortigiane e donne dei quartieri di Edo, nome dell’odierna Tokyo, Utamaro andò fissando i prototipi del fascino femminile in ogni suo aspetto. Divenne il maestro indiscusso del genere bijin-ga, tanto che artisti suoi contemporanei, come ad esempio Hokusai, preferirono evitare, in maniera cosciente, di affrontare il genere proprio per evitare il confronto con Utamaro.
Non possiamo infine tralasciare l’ultimo periodo di Utamaro in cui l’artista affronta il genere per cui forse è maggiormente ricordato, ovvero lo Shunga-e, il genere erotico. Con esso Utamaro giunse al picco del suo successo, già attorno al 1800, rappresentando un altro aspetto inusuale per i suoi tempi: il sesso. Il sesso per l’epoca, in un Giappone in cui esisteva la censura, era considerato tabù e, di conseguenza, Utamaro si trovò ad avere non pochi problemi con la legge.
Morì pochi anni dopo, nel 1804, all’età presunta di 51 anni.