Cosa è il tatami?
Letteralmente vuol dire “piegato e accatastato”. Con questo termine si indicano: la tradizionale pavimentazione giapponese,
il singolo pannello, nonché l’unità di misura rappresentata dal tatami standard (circa 90x180 cm).
I pannelli tradizionali sono composti da strati sovrapposti di paglia di riso (doko).
Tra uno strato di paglia e l’altro c’è dell’aria, isolata all’interno, che non è influenzata dalla temperatura esterna.
È questo che dona al tatami proprietà isolanti e di coibentazione.
La superficie (omote) è composta da un materiale fittamente intrecciato, generalmente del giunco (igusa) anche se talora può trattarsi di carta giapponese.
Il giunco assorbe naturalmente l’anidride carbonica, andando a migliorare la qualità dell’aria. L’igusa ha anche la funzione di intrappolare l’umidità,
che poi rilascia nei periodi più secchi. I pannelli tradizionali hanno il giunco su entrambe le superfici. I modelli più recenti il più delle volte
adoperano su uno dei lati un foglio di carta antitarmica protettiva.
L’omote infine viene tenuto fermo dai lunghi bordi di stoffa laterali (beri o tatamiberi). Tradizionalmente il bordo aveva un preciso significato dal
punto di vista dello status sociale. I tatami delle casate nobiliari erano decorati con disegni preziosi, i funzionari statali facevano uso di pannelli dal bordo monocromatico,
le persone comuni invece di tatami privi d'orlo.
Il tatami è il cuore della stanza tradizionale giapponese, la Washitsu, caratterizzata da ampi spazi vuoti e porte scorrevoli per andare incontro ai dettami del Feng-Shui.