L’elegante semplicità del tatami fa sì che questo prodotto
possa trovare spazio sia nell’arredamento di ispirazione zen, che in uno più
moderno ed occidentale. Si tratta di un prodotto ecologico, realizzato con
materiali naturali, cosa che lo rende particolarmente affine a quella che è la
filosofia del Bio-Arredo contemporaneo.
Come specificato in precedenza, il tatami tradizionale è
composto da diversi strati sovrapposti di paglia di riso. Tra gli strati di
stoppie è presente dell’aria, isolata all'interno: per questo motivo un tatami
giapponese è fresco d'estate e caldo durante l'inverno.
La paglia pressata fa sì che la sua superficie risulti leggermente
cedevole, caratteristica che offre un comfort tutto diverso dalle pavimentazione
occidentale in mattoni, o anche rispetto a un parquet in legno.
Riassumendo il tatami giapponese è: naturale, biologico,
bello a vedersi, elastico, resistente, antiscivolo, attutisce gli urti,
contribuisce all'efficienza energetica dell’ambiente, isola i suoni e coibenta
il calore.
Se vuoi vedere i tatami in vendita nel nostro negozio on line e toccarli con mano, chiamaci per una visita allo Showroom in provincia di Torino.
Idee e spunti
Grazie alla sua struttura modulare e componibile, il tatami
si presta a diverse soluzioni d’arredamento.
Per dormire
Può essere poggiato direttamente sul pavimento, come base per il
materasso, oppure all'interno di una struttura a doghe. I letti giapponesi hanno
un’altezza che può variare dai 10 centimetri dei modelli a pedana, sino a 35/40
centimetri. I modelli presenti nella linea Torino e Milano hanno un incasso di circa 5,5 cm tra doghe e giroletto per la sistemazione dei tatami. Sollevare i pannelli da terra favorisce la traspirazione, e permette di avere un tocco d'oriente in casa senza per questo stravolgere troppo le tue abitudini.
Il tatami presenta un supporto rigido per la schiena e in
genere viene utilizzato con un futon, ovvero il tipico materasso giapponese. Il
futon può essere in puro cotone, lana, oppure con inserti di cocco
(traspirante) o lattice (più morbido del cotone). Per maggiori info sui tipi di
futon ti rimandiamo alla sezione apposita.
Posso usare il tatami con il mio vecchio materasso?
E’ possibile utilizzarlo con un materasso a
molle o in memory. Questa soluzione è più adeguata in ambienti secchi e se il tatami poggia sulle doghe, dal momento che un materasso occidentale fornisce
una traspirazione minore rispetto al futon, ed è anche più difficile da
spostare. In nessun caso bisogna adoperare un materasso interamente in lattice,
specie se in lattice naturale: svilupperebbe in poco tempo della muffa,
rischiando di rovinare anche il tatami.
Come divano
Con un tatami, un futon e dei cuscini colorati si ottiene un divano semplice e
allegro al tempo stesso. Aggiungendo un secondo modulo identico, avrai un
divano letto matrimoniale completamente privo
di parti metalliche. Il divano tatami è un
prodotto che può andar bene per un salotto moderno, un soggiorno o per una
mansarda. Data l’assenza di braccioli è sufficiente prendere un copriletto per
rinnovarlo, oppure nel nostro catalogo trovi le apposite fodere a sacco, tutte
coloratissime e in materiali naturali come cotone e lino.
Nella camera dei
bambini
Tatami e futon possono diventare un lettino montessoriano semplice
e dal prezzo contenuto. Se hai abbastanza spazio nella stanza puoi pensare
anche a creare un’area gioco con due o più pannelli. Camminare sui tatami è
estremamente piacevole, e la superficie in giunco proteggerà il tuo bimbo dal
freddo del pavimento!
Per meditazione e massaggi
In pratiche come lo shiatsu o il massaggio thailandese, oltre a creare
un’atmosfera insostituibile, il tatami ha una funzione ben precisa. L’operatore
infatti si trova a scaricare la maggior parte del peso sulle ginocchia, che necessitano
di un’adeguata protezione. Come già detto, la paglia è rigida ma cedevole al tempo stesso:
rappresenta un’ottima soluzione e contribuisce al benessere del paziente,
specie se il materassino scelto per i trattamenti è molto sottile. La posizione
del Seiza è tipica anche della meditazione Yoga e viene tradizionalmente
praticata sul tatami.
Nelle arti marziali.
Le scuole di Karate, Judo, Taekwondo, Aikido e Muay Thai hanno sempre fatto un
largo uso del tatami, che arrivava a ricoprire l’intera pavimentazione del Dojo.
La naturale capacità di assorbimento della paglia di riso lo rendeva un alleato
prezioso negli allenamenti, specie per gli esercizi che prevedevano proiezioni,
salti e cadute. Oggi le palestre hanno a disposizione alternative più moderne,
ma non a caso i tipici materassini in polimeri, che si arrotolano o si
incastrano a puzzle, hanno mantenuto il nome di tatami. Nei combattimenti delle
competizioni ufficiali di Judo, le aree di gara erano indicate da dei tatami
particolari, dipinti di verde e rosso. Non è una coincidenza forse che gli stessi colori ritornino spesso negli omonimi tappetini da palestra.
E’ possibile ovviamente adoperare questo genere di
pavimentazione anche in palestre che si occupino di ginnastica in genere, o discipline marziali più moderne e
occidentali, come Boxe, MMM, Kick Boxing, tanto più che
nelle palestre attuali è comune che gli stessi ambienti vengano adoperati in
orari differenti per gli allenamenti di diverse discipline sportive.
Spalliera, comodini,
e altro ancora
I possibili usi del tatami non sono finiti qui: con il giusto
contrappeso e poggiato al muro uno di questi pannelli si può trasformare infatti in una testata per il tuo
letto
giapponese, o in una spalliera per il divano futon. L’ultimo arrivato del
catalogo di Vivere Zen è un tatami pieghevole realizzato in cocco che può essere
adoperato come paravento. Troverai inoltre comodini quadrati o rotondi, che si possono
abbinare a tutti i letti a pedana, o anche ad un futon direttamente poggiato a
terra.
Un po’ di storia
In origine, i tatami non venivano usati nella
pavimentazione, ma si trattava piuttosto di un lusso per gli aristocratici giapponesi,
che li adoperavano per sedersi, come letto, o come scrittoio. Successivamente
si diffusero anche nelle case di preti e samurai, che avevano guadagnato potere
all'interno della società giapponese e li sfoggiavano come segno di ricchezza.
I meno abbienti, invece, avevano pavimenti in terra battuta.
I tatami nelle case dei nobili assunsero nel periodo tra la
fine del XV secolo e l'inizio del XVII una funzione strategica. Sotto i
pannelli si trovavano delle aree vuote dove potevano nascondersi gli uomini
della guardia personale, pronti ad intervenire in caso di un attacco a
sorpresa. I tatami una volta sollevati, potevano persino fare da scudo. Nel
diciassettesimo secolo, l’uso di queste stuoie inizia a diffondersi in tutte le
classi sociali.
Simbolo di una
filosofia Zen
In Giappone, la stanza che segue lo stile architettonico e
d’arredamento tradizionale viene chiamata washitsu, mentre quando si parla di
una stanza all'occidentale si usa il termine yōshitsu. La yōshitsu è sempre, rigorosamente, senza
tatami. La washitsu giapponese è caratterizzata da ambienti vuoti, privi di
mobili superflui, o altri accessori non necessari. Non ci sono sedie, che oltretutto
rovinerebbero il tatami. Le porte scorrevoli (fusuma) separano gli ambienti o
nascondono gli armadi. Questa struttura, oltre a rispettare i dettami del Feng
Shui grazie al libero circolare delle correnti di energia, si adatta agli spazi
ristretti delle abitazioni più piccole. Il futon, poggiato a terra durante la
notte, viene poi arrotolato per lasciare la camera libera per le attività
diurne.
La washitsu parla di una visione del tempo e dello spazio
con una ritualità quasi religiosa. Una delle stanze più importanti all'interno
della casa giapponese è quella della cerimonia del tè. Decorata con pergamene illustrate
(emakimono), fiori e bonsai, questa camera porta il nome di sukiya quando è
composta da quattro tatami e mezzo. Quando ci sono molti invitati, o si voglia
dare al rito una maggiore formalità, viene adoperata una stanza più grande, che
porta il nome di hiroma.
Misure e disposizione
I pannelli che vengono venduti di più in occidente hanno una
lunghezza di 200 centimetri. La larghezza varia dai 60 ai 100 centimetri. In
questo modo un singolo tatami può ospitare un materasso a una piazza, le cui
misure standard vanno dagli 80x190 cm ai 90x200 cm.
In Giappone il tatami non è soltanto una parte
dell’arredamento, ma si presenta come una vera e propria unità di misura architettonica.
Le stanze tradizionali vengono disegnate nei progetti prendendo come base
proprio il tatami.
I tatami classici
giapponesi misurano 3 x 6 shaku.
Lo spessore è di due sun, dove un sun è un decimo di uno shaku. Queste misure sono
standardizzate, e vengono utilizzate per indicare le dimensioni delle stanze. La sukiya della cerimonia del
tè, ad esempio, è una
stanza quadrata da 9 x 9 shaku. Uno shaku è 30,3 cm quindi espresso in
centimetri, il tatami tipico ha una dimensione di 90,9 x 181,8 x 6,06 cm.
Sarà molto difficile trovare in Italia o in Europa dei
pannelli con queste precise misure. Sono abbastanza comuni invece i modelli da
90x180 cm, che rispettano lo stesso criterio adattandosi però al nostro sistema
metrico decimale. Viverezen ha per te a catalogo anche dei tatami extra-large,
con misura 100x200 cm.
In entrambi i casi una misura è lunga esattamente la metà
dell’altra, e ciò permette di creare composizioni armoniche, che rispettino la regola
della croce. In Giappone i tatami non devono essere mai disposti in modo che i
quattro angoli si tocchino, formando appunto una croce.
Tra i disegni tipici, uno dei più comuni è proprio quello
della sukiya: al centro viene posto un quadrato da 3 x 3 shaku, mentre i
quattro pannelli di dimensioni standard sono collocati intorno a spirale. Se desideri vedere alcuni schemi tradizionali, e
leggere un breve approfondimento sulla paura del 4 in oriente, visita la Guida ai Tatami.
Schemi e misure
personalizzate
A differenza di quanto accade in Giappone, le nostre case
non vengono progettate a misura di tatami. Le dimensioni ovviamente non
coincidono con gli shaku nipponici, e spesso ci sono ostacoli che rendono ancor
più irregolare l’area da ricoprire, come porte che si chiudono verso l’interno,
pilastri, o anche la presenza di mobili occidentali. Chiamaci per ricevere un
progetto personalizzato gratuito, senza obbligo di acquisto. Ti indicheremo
come sfruttare al meglio lo spazio a tua disposizione. Con un prezzo a listino
di 50 € a taglio, infine, possiamo realizzare dei tatami personalizzati con
misure ad hoc.
Manutenzione
Ecco alcuni suggerimenti per prendersi cura dei tatami.
Innanzitutto, trattandosi di prodotti in paglia pressata e giunco, non devono
essere esposti a un'umidità eccessiva. Nel caso in cui fosse necessario
pulirli, in presenza di macchie è consigliato l'uso di un panno leggermente
umido (ben strizzato, non completamente bagnato!). Anche l'utilizzo di un aspirapolvere per togliere la polvere può
risultare ottimale. Qualora la stuoia dovesse bagnarsi, è necessario farla
asciugare prima possibile, magari avvicinandole una stufetta o soffiando aria tiepida tramite un asciugacapelli.
Far prendere aria ai
pannelli
Aprire le finestre e
sollevare il materasso è una buona soluzione. Se stai utilizzando un futon non
è neanche un'operazione troppo difficile: questo tipo di materasso infatti si
può facilmente ripiegare a metà, un giorno da un lato, la volta successiva dall'altro.
Avendone la possibilità, l'ideale sarebbe esporre una volta l’anno all'aria
aperta le stuoie. In questo caso però bisogna evitare la luce diretta, e
lasciare al sole il lato inferiore del pannello. Se esposto direttamente ai raggi solari il giunco intrecciato
potrebbe assumere un colore rossastro. Questa operazione oltre
a preservare il tatami contribuisce, specie all'inizio, a disperdere il forte
odore di paglia, che non tutti trovano gradevole.
Non calpestarmi!
Sul
tatami è doveroso camminare senza scarpe, e sono ammesse soltanto calze o piedi
nudi. Secondo la ritualità giapponese, la calza da utilizzare prende il nome di
tabi ed è caratterizzata dal tradizionale colore bianco. Tale calza viene
solitamente cucita con l'infradito, così da consentire, usciti dalla stanza,
l'uso di sandali. In occidente possiamo essere più permissivi ed ammettere
anche delle ciabatte con la suola di stoffa. L’importante è non premere sulla
superficie del tatami con qualcosa di appuntito: il giunco intrecciato
altrimenti si rovinerebbe.