Guida Kimono

Il kimono, termine traducibile letteralmente in "cosa da indossare" e quindi "abito", identifica un indumento tradizionale giapponese. La struttura di base del kimono, pur evolvendosi in svariati modelli, ha alcune caratteristiche comuni: si tratta di un capo a T, con maniche ampie all’altezza dei polsi, aperto sul davanti. I capi tradizionali hanno linee dritte e si chiudono con una cintura molto larga da allacciare sulla schiena, chiamata obi. I kimono giapponesi sono fatti di solito in seta, broccato o cotone. A seconda dell’uso, sono in tinta unita o decorati con motivi che li rendono talvolta vere e proprie opere d’arte. Il Kimono può andare dai colori pastello dell’Houmongi, al nero decorato con ricchi fiori del Kurotomesode. I Kimono più sfarzosi sono i Furisode, che prendono il nome dalle lunghe maniche fluttuanti che li caratterizzano. Talvolta inoltre, sul kimono veniva indossata una giacca più corta, ovvero l’Haori.

Kimono da donna

E’ possibile classificare i kimono in femmini e maschili. Nello specifico, per quanto riguarda i kimono da donna, occorre distinguere:

Furisode: traducibile in maniche svolazzanti, si caratterizza per le maniche molto lunghe fra i 75 e i 105 cm. Sono kimono più formali per le donne nubili e sono completamente decorati. E’ un abito indossabile unicamente dalle ragazze nubili. I "furisode" sono indossati nella cerimonia di passaggio alla maggiore età delle giovani (Seijin Shiki) e dalle parenti non sposate degli sposi nei matrimoni. Si possono distinguere tre tipologie di "furisode", a seconda della lunghezza delle maniche: il kofurisode (75 cm), il chuburisode (90 cm) e l'ōburisode (105-114 cm).

Kakeshita: kimono nuziale, appartiene alla categoria dei Furisode, quindi presenta sempre le maniche lunghe, ma a differenza di un normale Furisode questo ha l'orlo sul fondo leggermente imbottito ed è realizzato con tessuti più pregiati e sontuosi di un normale Furisode come la seta o "Habutae"(è il termine usato per la seta completamente liscia, costituita da un intreccio regolare tra ordito e trama).

Uchikake: fece la sua comparsa in epoca Muromachi e veniva indossato dalle nobili di corte; mentre oggi viene riservato esclusivamente per le spose in occasione delle nozze. Questo, oltre ad essere utilizzato come kimono, viene indossato anche come soprabito.

Kurotomesode: un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate. E’ proibito indossarli in presenza dell’imperatore perché si tratta di un colore infausto. Irotomesode (o Irosode): un kimono in tinta unita (escluso il nero), decorato solo sotto la cintura. Appena meno formale del kurotomesode, è indossato da donne sposate. Tomesode vuol dire letteralmente maniche accorciate, secondo l’abitudine di tagliare i Furisode dopo il matrimonio per avere delle vesti più pratiche per le faccende di casa.

Hōmongi: o houmongi si traduce letteralmente come "abito da visita". Lo hōmongi viene indossato sia da donne nubili che sposate. Presenta molte decorazioni, ma colori meno accesi rispetto a un kimono per nubili. Iromuji: Kimono monocromatici, preferiti dalle donne anziane, indicati per la cerimonia del tè per la loro semplicità. Il Kimono nero si chiama kuromuji.

Tsukesage: leggermente meno formale dell’houmongi. Ha dei disegni sotto la vita, sulla parte frontale di una manica e sul retro di quella opposta, spesso anche su una spalla.

Komon: Abbastanza informale, può essere portato per strada o abbinato a un obi più elegante per una cena al ristorante. Può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili. Il nome vuol dire letteralmente “a fantasia piccola”. La maggior parte di questi Kimono è caratterizzato da disegni, generalmente di piccole dimensioni, che ornano l’intera superficie della stoffa.

Edo komon: è un tipo di komon contraddistinto da piccoli punti disposti in gruppi densi a formare un disegno più ampio sulla superficie dell'abito. Un kimono di questo tipo ha lo stesso grado di formalità di un iromuji e, quando è decorato con un kamon, può essere considerato equivalente ad un tsukesage o a uno hōmongi.

Yukata: kimono estremamente informale, sfoderato, generalmente in cotone, lino o canapa. Gli yukata sono indossati nelle festività estive da uomini e donne di ogni età. Le donne possono usarli anche come abiti leggeri durante tutta l’estate. Gli Yukata nascono nel periodo Edo come vesti da bagno e sono tutt’ora indossati alle terme, dove spesso vengono anche offerti agli ospiti degli stabilimenti termali. Tsumugi: Kimono informale, da lavoro. E’ ricavato dal tessuto di seta selvatica, dalla consistenza irregolare e diventato di moda nel periodo Edo quando i Kimono in seta vennero proibiti. Dal momento che lavorare questo tipo di seta è molto laborioso, ai giorni nostri è considerato un capo d’abbigliamento casual, ma comunque molto costoso.

Meisen: Simile allo Tsumugi, è un abito per tutti i giorni, caratterizzato da motivi occidentali o satirici, ha un tessuto più fine rispetto allo Tsumugi e negli ultimi tempi venivano realizzati anche capi più corti rispetto alla lunghezza del Kimono tradizionale. Dopo la seconda guerra mondiale è stato soppiantato dal più economico Kimono in Lana.

Omeshi: Altro tipo di Tsumugi lavorato in seta crespa. A seconda che la seta sia tessuta prima o dopo essere stata dipinta, si chiama rispettivamente Hiraori Omeshi o Chirimen Omeshi. Intorno agli anni 60 erano i Kimono più usati, adesso vengono prodotti in piccole quantità. In particolar modo gli Hiraori Omeshi vengono considerati estremamente pregiati e hanno una qualità superiore rispetto ai Chirimen.

Dounuki: Kimono realizzato con due tipi di stoffe di peso diverso, associate in un patchwork.

Susohiki: Detto anche Hikizuri, è un Kimono da Geisha molto più lungo del normale. Dentro casa viene lasciato sciolto lasciandolo strisciare sul pavimento. All'aperto invece la gonna viene sollevata permettendo di lasciar vedere le bellissime sottovesti delle danzatrici.

Kimono da Uomo

A differenza dell'abito da donna i kimono da uomo sono molto più semplici e si compongono di un massimo di cinque pezzi, esclusi calze e sandali. La formalità del kimono maschile dipende sia dal colore (di solito i kimono meno formali possono essere di colori leggermente più vivaci), che dal numero dei Kamon (emblema di famiglia) presenti. Ad esempio, il tipo di kimono più formale è completamente nero, con cinque kamon sul petto, sulle spalle e sulla schiena, Leggermente meno formale è la versione con tre kamon. Il Kimono formale si chiama Mon-tsuki, o se nero Kuro Mon-tsuki

Il Kimono Oggi… anche in occidente!

La chiave del successo dei Kimono anche nella moda occidentale risiede nella sua versatilità. I kimono infatti si adattano ad un gran numero di situazioni e usi sia come abito vero e proprio, sia come giacca o accessorio. Abito da giorno o da sera I modelli lunghi, magari in seta e decorati con motivi floreali, si prestano a diventare abiti con allacciatura frontale. A seconda del colore e del decoro, possono diventare abiti da giorno o da sera. Le linee ampie e i materiali traspiranti rendono i kimono proprio ciò che serve nelle calde giornate estive. L’eleganza semplice e il fascino esotico ne fanno invece un’ottima scelta per una cena galante o un aperitivo chic. I kimono più preziosi, ovvero gli Uchikake, indossati dalle spose, sono l’ideale invece per un’occasione speciale. Giacca primaverile Lasciato aperto o chiuso con una cintura, il kimono diventa una giacca primaverile ed estiva. Si accompagna bene agli abiti smanicati e alle gonne, ma anche ai pantaloni. Il contrasto tra kimono giapponese lungo e shorts è infatti ideale per le donne più giovani. In accompagnamento a un paio di jeans, invece, dà un tocco formale anche a un abbigliamento casual. Casacca I modelli più corti, come gli haori o gli hanten, si prestano a diventare casacche o mini-abiti. A seconda del modello, li si può indossare da soli o sopra a un top. Gli haori sono generalmente realizzati in seta, gli hanten invece sono in cotone, e sono più adatti ai periodi invernali.


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